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Vino: l' Europa dice si allo zucchero nei mosti


Il vino non può essere annacquato ma può essere zuccherato. E' questa in sostanza la decisione presa dal Parlamento europeo, che ha dato il via libera alla riforma del settore vitivinicolo e che ha deciso che i produttori di vino centro settentrionali, dove le condizioni climatiche avverse alla produzione di vino potranno continuare ad usare zucchero nel vino per alzare il tasso alcolico.
La riforma è stata approvata da 494 voti favorevoli, 115 contrari e 84 astensioni, e sono state bocciate tutte le proposte del «fronte mediterraneo», come quella che richiedeva, ai produttori che fanno ricorso alla tecnica dello zuccheraggio, di specificarlo nell'etichetta. Il compromesso, però, ha visto reintegrare proprio il taglio dei finanziamenti ai mosti prodotti nei Paesi mediterranei. Insomma una sorta di do ut des che però lascia il Sud Italia svantaggiato, essendo i prezzi dei mosti tre volte superiori a quelle dello zucchero.
All'aggiunta di zucchero per aumentare la gradazione alcolica del vino ricorrono attualmente 20 Stati membri su 27, soprattutto nell'Europa del Nord e la pratica è antica e ben accetta.
L'Italia e' il primo paese esportatore di vino del mondo, e il vino costituisce, per fatturato, il secondo comparto agroalimentare del nostro paese, con 10,7 miliardi di euro nel 2006.
Soddisfatto è Giuseppe Castiglione, deputato al Parlamento europeo e relatore della riforma del settore vitivinicolo, che ha dichiarato: "Il voto di oggi è un grande successo sia per la viticoltura europea sia per il ruolo politico del Parlamento europeo in questa grande riforma. -E continuando ha chiarito che: -Siamo riusciti ad ottenere un testo coerente e ambizioso, per una riforma del settore che punti al mercato, alla competitività dei nostri vini e a una migliore commercializzazione sia sul piano interno che internazionale. In definitiva, un testo in grado di dare risposte valide ad esigenze comuni ma anche di rispettare, esaltare e, in alcuni casi, di comporre le differenze tra le diverse realtà nazionali".
Di parere diametralmente opposto è la CIA (Confederazione italiana agricoltori) che non approva minimamente la riforma. La vogliamo dire tutta? Ancora una legge a favore dei francesi. Ecco. L'ho detto......

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