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Vino biologico in convegno al Vinitaly

«Incontri pubblici come il convegno “Dalla Vigna al Mercato: le nuove sfide del Vino Biologico Italiano” sono utili occasioni di confronto in vista della nuova regolamentazione europea sulla vinificazione bio». Così Cristina Micheloni di AIAB sottolinea l’importanza del convegno, organizzato da AIAB in collaborazione con Città del Bio, Città del Vino e Coldiretti, che si terrà il 4 aprile alle 9.30 nella Sala Mozart del Palaexpo di Verona, all’interno di Vinitaly 2008 (Salone Internazionale del vino).

Secondo Cristina Micheloni, coordinatrice generale del progetto europeo
“Orwine” sulla regolamentazione della vinificazione biologica, «È importante identificare una posizione comune italiana, forte e unitaria, sul regolamento europeo, considerato che il prossimo mese inizieranno le discussioni in ambito comunitario sulle nuove regole. Presentarsi uniti a questo appuntamento - continua Micheloni - è indispensabile se vogliamo contare qualcosa nella formulazione del regolamento per il vino biologico».

La coordinatrice di Orwine conclude: «Invitiamo il Ministero dell’Agricoltura a proseguire nell’azione di consultazione dei portatori di interesse di questo settore, perché dovrà essere lo stesso Ministero a sostenere la posizione italiana in ambito europeo.»

Oltre a Cristina Micheloni, al convegno parteciperanno numerosi rappresentanti del settore vinicolo, tra cui: Valentino Valentini, Presidente dell’Associazione Nazionale Città del Vino, Marcello Mazzù, Presidente dell’Associazione Nazionale Città del Bio, Domenico Bosco, Coldiretti, e Gianni Trioli, Vinidea, Paolo Corbini, direttore Terre del vino. Le conclusioni dell’incontro saranno affidate ad Andrea Ferrante, Presidente di AIAB.

"Primavera del prosecco" a Treviso la festa per le bollicine più amate


Sono le bollicine italiane più amate dal pianeta. Non parliamo di spumante ma di prosecco. E per omaggiarlo c'è un solo appuntamento: la “Primavera del Prosecco”, manifestazione che si tiene da marzo a giugno, lungo il territorio dell'Altamarca di Treviso.

Sono quindici gli appuntamenti che si svolgeranno lungo ttutto il periodo e che porteranno nella provincia di Treviso i buongustai da tutto il mondo. Si potrà assaporare , così, il principe della produzione vitivinicola della Marca: il Prosecco Doc di Conegliano-Valdobbiadene.“La Primavera del Prosecco – ha dichiarato il presidente della provincia di Treviso, Leonardo Muraro - è un evento di grande richiamo nella Marca, e in particolare nel territorio dell'Alta Marca Trevigiana, luogo di produzione del Prosecco Doc. Richiama ogni anno migliaia di visitatori che colgono l'occasione per meglio conoscere e visitare il nostro territorio, apprezzandolo in tutte le sue peculiarità. L'anno scorso – ha aggiunto si sono registrate oltre 400.000 persone. Un progetto cui la Provincia di Treviso ha creduto da subito”.

Fotoflickr

Vino indiano, per il Governo di Delhi potrebbe essere il business del futuro


Nei giorni scorsi ho avuto modo di parlare dell'India e del vino. Prima di proseguire vorrei fornire alcuni dati: l'India ha una delle economie in ascesa più imponenti con il suo +9%; sono circa 250 milioni gli appartenenti alla classe media e interessati al consumo di bevande alcoliche;
cibi e bevande d' importazione crescono a un ritmo di oltre il 25% ogni anno; ci sono oltre 90 milioni di consumatori di bevande alcoliche; oltre 450 i milioni di litri di bevande alcoliche consumate in India per annum. Mi sembrano numeri di un certo interesse, ma. Purtroppo c'è un ma così come ha sottolineato l'Associazione dei sommeliers indiani, nel suo articolo http://www.sommelierindia.com/blog/2008/01/wine_may_cost_the_same_across.html#more
le accise, per quanto riguarda, appunto l'alcol non sono la stesse in tutto il paese e dunque in alcuni stati risulta conveniente bere mentre in altri no.
I sommeliersi indiani sostengono che: "Uniformare le tasse si tradurrebbe in una prima perdita di reddito, ma la Commissione ritiene che nel tempo che la perdita sarà bilanciata dal declino del contrabbando. Stati come il Kerala, Tamil Nadu, Uttar Pradesh e Punjab ne soffrirebbero di più. Di conseguenza anche la Commissione raccomanda che il Governo centrale li assista attraverso una qualche forma di compensazione".
Lo scorso ottobre l'Economic Indian Times prospettò la possibilità che il Governo indiano potesse uniformare le tasse per il consumo di vino: "Il governo sta lavorando su una politica globale per dare un impulso alla produzione di vino e al suo consumo nel paese. I passi in considerazione comprendono la messa in atto di un modello uniforme di tasse ed imposte per i vini in regime in tutti gli Stati, che consenta la vendita in negozi dipartimentali e la creazione di parchi vino con infrastrutture comuni". Ma non solo: "Il ministero ha istituito un Consiglio Nazionale dei Vini al fine di sviluppare standard e promuovere l'industria nazionale del vino in modo che essi possano rispondere alla forte concorrenza australiana e ai vini francesi, aumentando". Un altro motivo per cui il Governo vuole un trattamento preferenziale per il vino è perché porta alla diversificazione agricola e alla generazione di occupazione nel settore rurale.
Io spero davvero che l'Italia non si faccia cogliere, per l'ennesima volta, impreparata e che porti in India non solo le etichette, ma tutto il know-how vitivinicolo.

Vino: l' Europa dice si allo zucchero nei mosti


Il vino non può essere annacquato ma può essere zuccherato. E' questa in sostanza la decisione presa dal Parlamento europeo, che ha dato il via libera alla riforma del settore vitivinicolo e che ha deciso che i produttori di vino centro settentrionali, dove le condizioni climatiche avverse alla produzione di vino potranno continuare ad usare zucchero nel vino per alzare il tasso alcolico.
La riforma è stata approvata da 494 voti favorevoli, 115 contrari e 84 astensioni, e sono state bocciate tutte le proposte del «fronte mediterraneo», come quella che richiedeva, ai produttori che fanno ricorso alla tecnica dello zuccheraggio, di specificarlo nell'etichetta. Il compromesso, però, ha visto reintegrare proprio il taglio dei finanziamenti ai mosti prodotti nei Paesi mediterranei. Insomma una sorta di do ut des che però lascia il Sud Italia svantaggiato, essendo i prezzi dei mosti tre volte superiori a quelle dello zucchero.
All'aggiunta di zucchero per aumentare la gradazione alcolica del vino ricorrono attualmente 20 Stati membri su 27, soprattutto nell'Europa del Nord e la pratica è antica e ben accetta.
L'Italia e' il primo paese esportatore di vino del mondo, e il vino costituisce, per fatturato, il secondo comparto agroalimentare del nostro paese, con 10,7 miliardi di euro nel 2006.
Soddisfatto è Giuseppe Castiglione, deputato al Parlamento europeo e relatore della riforma del settore vitivinicolo, che ha dichiarato: "Il voto di oggi è un grande successo sia per la viticoltura europea sia per il ruolo politico del Parlamento europeo in questa grande riforma. -E continuando ha chiarito che: -Siamo riusciti ad ottenere un testo coerente e ambizioso, per una riforma del settore che punti al mercato, alla competitività dei nostri vini e a una migliore commercializzazione sia sul piano interno che internazionale. In definitiva, un testo in grado di dare risposte valide ad esigenze comuni ma anche di rispettare, esaltare e, in alcuni casi, di comporre le differenze tra le diverse realtà nazionali".
Di parere diametralmente opposto è la CIA (Confederazione italiana agricoltori) che non approva minimamente la riforma. La vogliamo dire tutta? Ancora una legge a favore dei francesi. Ecco. L'ho detto......

Ocm: sarà vero ripensamento?


E' una notizia proprio fresca fresca: il commissario europeo all'agricoltura Mariann Fischer ha dichiarato al parlamento europeo la propria parziale disponibilità ad accogliere alcune delle proposte sull'Ocm vino contenute nella relazione della commissione agricoltura del parlamento europeo, che sarà votata dall'assemblea.In particolare il commissario ha detto di essere disponibile ad una riduzione da cinque a tre anni del programma di espianto dei vigneti. Per quanto riguarda il trasferimento di fondi allo sviluppo rurale, al quale la commissione agricoltura è del tutto contraria, la commissaria ha avanzato l'ipotesi di una riduzione dell'entità dello storno. Rimangono ancora aperte - ha sottolineato Mariann Fischer Boel - tre questioni di primaria importanza, "su cui presidenza, commissione e stati membri devono trovare un compromesso". Si tratta di quelle relative alle dotazioni nazionali; allo zuccheraggio e mosti; alla liberalizzazione dei diritti di impianto.Fischer Boel ha ribadito le proprie linee di principio ed ha concluso il proprio intervento in assemblea affermando: "Ho ascoltato le argomentazioni di tutte le parti, compreso il parlamento europeo, ma vi è un fatto incontrovertibile: il settore vinicolo europeo ha bisogna di essere riformato se vogliamo che rimanga in primo piano. Il costo della non azione sarebbe troppo alto". Ma la riforma proprio non va giù ai vitivinicoltori italiani. Le OCM- organizzazioni comuni di mercato (sono così definite con decisioni comunitarie, che disciplinano la produzione e gli scambi dei prodotti agricoli di tutti gli Stati membri dell´Unione europea) hanno approntato una serie di soluzioni per rilanciare il mercato del vino anche a fronte dei nuovi competiors presenti sulla scena mondiale soprattutto i nuovi arrivati in Eu. Se per il 2006 e 2007 le esportazioni tornano a volare, secondo i dati diffusi da Assoenologi , i consumi interni continuano a calare, tanto che oggi siamo a 49 litri pro-capite contro gli oltre 100 degli anni Settanta. Il 2006 si è chiuso con +11,5% di vino esportato in volume e di +5,8% in valore, ossia 18 milioni di ettolitri, l'1,9% in più rispetto al 2005. Ed i primi 6 mesi del 2007 mettono in luce un deciso ulteriore incremento, che fa salire al 14,5% i volumi ed all’11,4% i valori, rispetto allo stesso periodo del 2006. E dunque le riforme OCM in Italia si innestano proprio in questo quadro. Ma per gli operatori del settore non si tratta proprio della via maestra. Per Assoenologi, che ha pubblicato un decalogo sulla riforma sono più i punti negativi che quelli positivi: “Va bene sburocratizzare- scrivono nel loro rapporto- ma attenti alla liberalizzazione indiscriminata di tutte le pratiche enologiche previste dall'Oiv, molte delle quali andrebbero a favorire Paesi non tradizionalmente produttori o carenti di quelle caratteristiche atte a garantire un vino sano e naturale”. In poche parole: si privilegia un modello qualitativo di basso profilo e molto nordico. Putrtoppo il blocco nordeuropeo oggi è ben nutrito anche dai nuovi paesi dell’est. Il blocco mediterraneo realmente interessato da questa riforma è rappresentato da: Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Francia un piccolo gruppo contro la maggior parte degli stati.