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Desmorosso, nasce il vino di casa Ducati

Piacerà? Non piacerà? Di certo averlo in cantina fa fare la sua bella figura!Si chiama DesmoRosso, ha marchio Ducati, appartiene alla vendemmia 2006: una cuvée di grande classe, appositamente creata per rappresentare l'eccellenza Ducati anche nel mondo del vino. Insomma, la benzina del "made in Italy" potrebbe proprio essere questo vino raffinato e di classe abbinato ad un marchio storico e vincente della bravura italiana nel fare moto e motori.

“Desmorosso” sarà presentato a Verona, in occasione del Vinitaly 2008 e sarà commercializzato esclusivamente via internet sul sito http://www.desmorosso.com/ a partire da metà aprile - al costo unitario di 28 euro. Al calice, Desmorosso potrà essere degustato, in esclusiva per l’Italia, al Ristorante Lunge Bar “Gold” Dolce&Gabbana”, a Milano.

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Tokio, le mozzarelle di bufala possono essere consumate

Ricevo e volentieri pubblico


Le autorità nipponiche non hanno bloccato le importazioni di Mozzarella di Bufala Campana Dop a causa delle notizie apparse sulla stampa internazionale, riguardanti una presunta contaminazione da diossina.

Le autorità doganali di Tokio, sulla scorta delle informazioni in parola, stanno solo svolgendo controlli più accurati, considerati comunque di routine, al fine di avere certezza della salubrità del prodotto importato, ma non esiste in atto un blocco o un embargo sanitario.

“La rapidità degli eventi delle ultime ore, la concitazione con la quale le notizie si susseguono, fanno si che è giunto il momento di invitare tutti alla calma, occorre evitare il panico sui mercati, per una questione che nella sostanza è, come detto, marginale – così Franco Consalvo, presidente del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop.

“Le indagini in corso in Campania – ricorda il presidente del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop - dimostrano che i controlli ci sono, funzionano e garantiscono il consumo sicuro della mozzarella di bufala.”
Da rilevare, inoltre che per i caseifici che producono Mozzarella Dop – secondo quanto diffuso appena ieri sera da una nota dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali italiano - non si è verificato alcun riscontro di contaminazioni per diossine sopra la soglia.

Mozzarella: anche il Giappone ferma l'import

In mattinata di oggi il Consorzio di Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop ha appreso da proprie accreditate fonti londinesi, che il governo Giapponese ha deciso, in via cautelare, di non sdoganare le mozzarelle giunte a Tokio dall’Italia, a causa delle notizie circolate sulla stampa internazionale, riguardanti un’ipotetica contaminazione da diossina. Secondo le medesime fonti, le catende della Grande Distribuzione del Sol Levante avrebbero iniziato a ritirare le mozzarelle dagli scaffali.
L’export verso il Giappone di Mozzarella di Bufala Campana nel 2005 si attestava a 329mila kg per un valore commerciale di 2, 3 milioni di euro franco caseificio.
“Eppure le indagini in corso in Campania – dice il presidente del Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana Dop Franco Consalvo - dimostrano che i controlli ci sono, funzionano e garantiscono il consumo sicuro della mozzarella di bufala, il segnale proveniente dal Giappone è tanto più preoccupante, per quanto dato sapere, perché non ancorato ad alcun riscontro di laboratorio.”
Da rilevare, inoltre che per i caseifici che producono Mozzarella Dop – secondo quanto diffuso appena ieri sera da una nota dal Ministero per le Politiche Agricole e Forestali italiano - non si è verificato alcun riscontro di contaminazioni per diossine sopra la soglia.
“In merito alle vicende coreana e giapponese – continua Consalvo – sappiamo che il Ministro Paolo De Castro ha già avviato i necessari contatti con i Governi coinvolti nei blocchi. Alle 03:00 postmeridiane di oggi riunirò un’unità di crisi al Consorzio di Tutela, per assumere le necessarie ed indifferibili decisioni in merito.”

Barilla e i vip americani insieme per ricette di solidarietà


Chris Daughtry, Debra Messing, Natalie Portman, Stanley Tucci, Marisa Tomei, Mario Batali e David Tutera sono le star assoldate da Barilla per comporre un libro di ricette italiane per diffondere negli Sati Uniti non solo la cultura della dieta mediterranea , ma proprio il buon mangiare italiano. L'iniziativa ha anche un risvolto benefico, perchè per ogni download effettuato Barilla verserà 1$ a favore di Second Harvest.

Secondo me davvero ce n'è bisogno. Recentemente ho avuto una disputa con uno chef americano che dal suo blog diffonde ricette che definisce italiane, del tipo: spaghetti con vongole e panna o petti di pollo affogati nel pomodoro e formaggio e definiti alla parmigiana. Ecco, negli Stati Uniti chiunque abbia voglia apre un ristorante, bettola,fast-food, ci scrive sull'insegna "Cucina italiana" e inizia a guadagnare dollari vendendo finto cibo e finta cultura italiana. Mi spiace solo che un'azienda debba farsi carico, sebbene in una intelligente strategia di marketing, di diffondere la cultura del "Made in Italy". Mi chiedo il Mipaaf dove sia...

La pizza napoletana conquista il marchio S.T.G.

Da oggi chiunque voglia produrra la vera pizza napoletana deve seuguire8 comandamenti : 1)venti minuti per l'impasto, due ore di lievitazione; 2)realizzazione di panetti per le singole pizze «tra i 180 e i 250 grammi», il disco di pasta steso dovrà avere «al centro lo spessore non superiore a 0.3 centimetri e al bordo non superiore di 1-2 centimetri formando così il "cornicione"»; 4) «Con un cucchiaio si depongono al centro del disco di pasta 80 grammi di pomodori pelati frantumati, con movimento a spirale il pomodoro viene sparso su tutta la superficie centrale»; 5)cottura solo «in forni a legno dove si raggiunge una temperatura di 485 gradi»;5)in quanto all'aspetto finale: «Cornicione rialzato, colore dorato, morbida al tatto e alla degustazione da un centro con la farcitura dove spicca il rosso del pomodoro cui si è perfettamente amalgamato l'olio»; infine "conditio sine qua non": «La pizza va consumata immediatamente appena sfornata. L'eventuale asporto verso abitazioni o locali differenti dalla pizzeria determina la perdita del marchio».
La notizia è fresca fresca in quanto proprio oggi il direttore generale per la qualità dei prodotti alimentari del ministero per le Politiche agricole e forestali, ha consegnato alla Gazzetta ufficiale europea la proposta di riconoscimento del marchio di S.T.G. (specialità tradizionale garantita) della pizza napoletana.
Entro sei mesi l'Unione europea dovrà presentare le sue osservazioni. E alla fine del 2008 chi vorrà esporre il marchio S.T.G. per la sua pizza napoletana «protetta » dovrà rispettare scrupolosamente pesi, ingredienti, tempi di cottura, dimensioni. Le regole del «disciplinare» (otto corposi articoli) sono contenute nel testo della proposta di riconoscimento apparsa sulla Gazzetta ufficiale del 24 maggio 2004.

Vola il prosciutto di Parma: vendite record per il preaffettato

Piace a tutti. Specialmente se preaffettato, nella vaschetta sigillata ed è il fiore all'occhiello del "Made in Italy". Il prosciutto di Parma, nel 2007 sbaraglia ogni record e aumenta le vendite con un +24,6% rispetto all'anno precedente. Le 171 aziende del Consorzio hanno venduto circa 50 milioni di confezioni pari ad oltre 5.200 tonnellate di prodotto. Di queste, 14 milioni di confezioni sono rimaste in Italia mentre 35 milioni hanno varcato i confini della penisola. Il trend di crescita del Parma preaffettato è sorprendente: dal 2000 i volumi sono triplicati, passando da 15 a 50 milioni di vaschette. L'incremento registrato nel 2007 (+ 10 milioni di confezioni) riguarda sia l'Italia (+31%) sia l'estero (+22%).
Sono gli inglesi a trainare l'exportcon oltre 12 milioni di confezioni (+27%), la Francia (+13%), Germania (+16%), Belgio (+35%) e USA (+24%). Fra i mercati minori, da segnalare gli exploit di Austria (+81%) e Danimarca (+70%) e i buoni risultati di Olanda (+28%) e Norvegia (+28%). Anche il prodotto tradizionale cresce significativamente sui mercati d'oltreoceano, trainato dal mercato statunitense. Nei quattro principali mercati extraeuropei (USA, Canada, Giappone e Australia) sono stati venduti complessivamente 568.000 Prosciutti di Parma, con un incremento del 12%, pari a 60.000 pezzi. Questo incremento è stato ottenuto prevalentemente grazie alla crescita del prodotto tradizionale (+50.000 pezzi) e con un discreto contributo del prodotto preaffettato (+10.000 prosciutti). A seguito di un trend di crescita costante nel tempo, la quota export nei paesi extraeuropei ha assunto un peso rilevante. Con 568.000 pezzi rappresenta oggi circa il 27% dell' export complessivo; un dato significativo se consideriamo che 10 anni fa tale quota era pari al 17% (225.000 pezzi). Gli Usa sono i protagonisti assoluti del mercato extraeuropeo. I risultati ottenuti sono eccellenti: +18%, con un incremento di 64.500 pezzi, che ha permesso al Consorzio di superare quota 400.000 prosciutti. Il 19% dell'export in Usa è rappresentato dal prodotto preaffettato, in crescita anche nel 2007 (+13%). Il prodotto tradizionale - che costituisce ancora la parte preponderante - fa segnare anch'esso un deciso balzo in avanti rispetto al 2006: +55.000 pezzi, con un incremento del 19%.
Le potenzialità di crescita nel mercato americano sono ancora ampie e il Consorzio ritiene di ottimo auspicio il fatto che il Parma stia iniziando a farsi conoscere e apprezzare anche ben al di fuori delle tradizionali grandi aree di New York e San Francisco. Stabile resta invece l'export verso il Canada, che nel 2007 consolida l'ottimo risultato ottenuto l'anno precedente attestandosi attorno ai 40.000 pezzi. In Giappone invece i risultati non sono entusiasmanti, con una riduzione di 16.000 prosciutti. Volumi che sono bilanciati dai risultati conseguiti in Australia dove, nonostante i flussi esportativi siano iniziati solo lo scorso febbraio, l'export ha già raggiunto quota 13.500 Prosciutti.

Prosciutto San daniele, pioggia di euro per migliorare la genetica dei suini


Affilano i coltelli e le armi in Friuli Venezia Giulia per contrastare il potere di Sua maestà il Prosciutto di Parma e provare ad abbatterne un po' il regno . Partendo dalla qualità delle carni. Infatti, la Regione Friuli Venezia Giulia lo fa aumentando gli investimenti per il settore suinicolo e alimentando le casse degli allevatori con 320mila euro. Il progetto di filiera, tra i primi in Italia, parte dalla qualificazione genetica dei suini nati e allevati in Friuli Venezia Giulia, al fine di valorizzare la produzione attraverso l'eccellenza del San Daniele, ma anche con un occhio alla filiera della carne fresca.
Ideatore del progetto l'assessore regionale alle Risorse agricole, Enzo Marsilio che nel corso di un incontro con allevatori, Consorzio prosciutto di San Daniele e rappresentanti di categoria ha chiarito che per l'attuazione degli interventi, 120mila euro serviranno per la convenzione biennale con l'Ineq di San Daniele e per le attività di controllo della Dop; mentre 200mila euro per cinque anni saranno utilizzati per il piano di qualificazione genetica.
Per la valorizzazione e la promozione del settore suinicolo regionale, l'Ersa (agenzia regionale per lo Sviluppo rurale), ha presentato al ministero delle Politiche agricole un progetto con cui si chiede un contributo di 500mila euro, "finanziamento - spiega Marsilio - già concesso dal ministero con decreto del 24 dicembre 2007".

Nasce la "Magna carta del cacio"a tutela delle specialità umbre


“La magna carta del cacio” non è l’ultima trovata di Geronimo Stilton o di Topo Gigio. Bensì un serissimo documento, redatto dall’Accademia del formaggio e destinato a quanti, sottoscrivendolo, si impegnano in precetti come:



  • Rispettare le biodiversità nell'allevamento del bestiame e nella scelta del foraggio e dei cagli;

  • Promuovere la cultura del cacio proclamando Vallo di Nera, la Valnerina e l'Umbria "patria del cacio";

  • Produrre e degustare solamente cacio dalle qualità particolari, cioè eccellente dal punto di vista organolettico;

  • Degustare il cacio almeno due volte a settimana;

  • Non offendere nessuno con l'espressione "faccia di cacio";

  • Produrre e degustare solo prodotti autoctoni o meglio, prodotti e trasformati a partire dalle materie prime locali, lavorati e stagionati secondo pratiche tradizionali locali;

  • Tutelare e valorizzare la professione del pastore casaro.

Ma i comuni mortali, cioè coloro che intendono solo degustare le specialità casearie umbre come, il pecorino, fresco o stagionato, i caprini, le caciotte miste ottenute dal latte di pecora e mucca, la ricotta salata ( per la quale la zona di Norcia segnerebbe l'avamposto settentrionale di produzione italiana), il formaggio molle con lo zafferano caseificato con caglio di fiori di cardo, la giuncata, la ricotta fresca, la mozzarella di latte di pecora e il cacio stagionato e affinato nelle botti di quercia avvolto in foglie di noce possono già prenotarsi per il 7 e 8 giugno e visitare la manifestazione “Fior di Cacio” .
Ma dietro l’apparente gigioneria, il motivo che ha fatto scattare la molla per la costituzione dell’Accademia è serissimo: i lavorare ad un marchio d’identita da utilizzare per la commercializzazione e per offrire garanzie sul prodotto ai consumatori. La tradizione casearia della Valnerina e dell'Umbria, infatti, non possiede ancora un marchio che la tuteli dalle contraffazioni come avviene in altre regioni.


7-8 giugno 2008
http://www.fiordicacio.com/
http://www.comune.vallodinera.pg.it/


Tel.: 075.505.58.07
Tel.:0743. 616143

A EuroP.A. salone delle Autonomie locali, sbarca l'enogastronomia "Made in Italy"


Un buon piatto di spaghetti, una fetta di salama, una pizza sono specialità nostrane che tirano su non solo il palato. E allora anche EuroP.A. il Salone dedicato alle Autonomie Locali, che si tiene a Rimini dal 9 al 12 aprile 2008,punta sull'enogastronomia tipica e fonda PTI - Prodotti Tipici Italiani- novità 2008 di Land – Local Development, l’area specializzata di EuroP.A. interamente dedicata al confronto tra tutti i soggetti che operano per lo Sviluppo Locale. Il progetto PTI Prodotti Tipici Italiani nasce per promuovere il patrimonio enogastronomico degli Enti Locali, anche da un punto di vista culturale e ambientale.
L’iniziativa intende valorizzare la cultura del territorio, per fare conoscere la ricchezza dei prodotti tipici e dei sapori d’Italia. PTI offre agli espositori uno spazio qualificato in cui presentare, al vasto pubblico di EuroP.A., le proprie ricchezze territoriali ed enogastronomiche, al fine di costruire una rete di conoscenze per la promozione delle tipicità nel contesto della globalizzazione e dell’ internazionalizzazione dei mercati. promuove un confronto diretto ed efficace tra Pubblica Amministrazione Locale e Centrale, imprese e cittadini e contemporaneamente offre al mondo delle Autonomie Locali un’occasione di crescita ed aggiornamento professionali senza paragoni, con oltre 130 convegni, workshop e seminari ad ingresso gratuito.
Nel PTI si troveranno Aziende private, Associazioni Territoriali e Consorzi per la promozione e tutela dei prodotti tipici, Associazioni Agricole, Fondazioni per la Qualità italiana, Associazioni di tutela dell’ambiente e del territorio, con l'obiettivo di divenire la Piazza del confronto tra tutti i protagonisti della valorizzazione e della tutela dei prodotti tipici e delle filiere agroalimentari: una grande vetrina per fare conoscere all’Italia delle Autonomie Locali il “Made in Italy delle tipicità”.

Parmigiano-Reggiano di montagna. La bontà nasce a 600 metri di altezza


Nasce il Parmigiano-Reggiano di montagna. Ossia un formaggio prodotto a oltre 600 metri di altezza frutto del consorzioTerre di Montagna, costituito da dieci caseifici (sei modenesi, quattro bolognesi) che si sono uniti per commercializzare il nuovo prodotto.Le dieci cooperative casearie fondatrici sono: Salto Santa Maria, Dismano, Belvedere e Montalto di Montetortore di Montese, Lame e Rosola di Zocca, Canevaccia di Gaggio Montano (Bo), Querciola di Lizzano in Belvedere (Bo), Pieve Roffeno di Castel d'Aiano (Bo) e Case Bortolani di Savigno (Bo).
I dieci soci rientrano nella fattispecie dettata dal D.M. 30/12/2003 per l'iscrizione all'albo dei Prodotti di Montagna esistente presso il Ministero delle Politiche agricole. La produzione annua è stimata in almeno 45 mila forme .
Presidente della neonata società consortile è Angelo Romagnoli, del caseificio Canevaccia di Gaggio Montano; il vice presidente è Romolo Michelini, del caseificio Dismano di Montese. Il direttore di Confcooperative Modena Cristian Golinelli e il sindaco di Montese Carlo Castegnoli, presenti alla firma dell'atto costitutivo, hanno espresso soddisfazione per la nascita del Consorzio e promesso la massima collaborazione dell'associazione di categoria e delle istituzioni.

La locandina di Vinitaly-India


Da oggi in vigore il decreto salvaolio: obbligatorio sulle etichette indicare la provenienza delle olive e il frantoio di produzione


Entra in vigore oggi il "decreto salva olio" per la tutela dell'olio di oliva italiano. Il nome tecnico del provvedimento è: "Norme in materia di indicazioni obbligatorie nell'etichetta dell'olio vergine ed extravergine”, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale N.243 del 18 ottobre. L'obiettivo è di garantire attraverso l'etichetta la provenienza nazionale dell'extravergine ed impedire di mettere in commercio come olio vergine o extravergine Made in Italy, miscugli di olio spremuto da olive spagnole, greche e tunisine. Le nuove disposizioni prevedono inoltre che sulle confezioni di vergine ed extravergine siano indicati obbligatoriamente lo Stato nel quale le olive sono state raccolte e dove si trova il frantoio in cui è stato estratto l'olio. Se le olive sono state prodotte in più Paesi, questi andranno invece tutti indicati in ordine di quantità decrescente. La mancata chiarezza in etichetta costerà sanzioni fino a 9.500 euro per i trasgressori di ogni singola violazione. L'assenza di indicazioni sull'origine delle olive può invece significare due cose: o il mancato rispetto della legge o il fatto che si tratta di olio imbottigliato prima del 17 gennaio per il quale il decreto concede la possibilità di 18 mesi di tempo per la commercializzazione. La normativa inoltre contribuirà definitivamente a valorizzare il sistema olivicolo italiano che oggi conta 250 milioni di piante.

La Sartiglia sposa Mediterranea e il carnevale oristanese si riempie di sapori


Se passate dalla Sardegna per il carnevale di Oristano, quest'anno avrete la piacevole sorpresa di trovare anche "Mediterranea", la rassegna promossa dalla Camera di Commercio di Oristano col concorso di numerosi altri enti. La manifestazione, che segna l’importante traguardo della decima edizione, è inserita in calendario da venerdì 1° febbraio a martedì 5 febbraio 2008. Il tema di queste decima edizione sarà «l’arte della tradizione».
L'occasione è proprio ghiotta perchè lungo il percorso espositivo all’interno di Palazzi di grande pregio storico-architettonico ubicati nel centro di Oristano: Palazzo Sanna - Randaccio (in piazza Eleonora, già sede dell’Isola), Palazzo Arcais (in via Dritta), il Chiostro del Carmine (in via Carmine), Palazzo Corrias (in Piazza Eleonora), saranno allestite numerose e stuzzicanti vetrine che ospiteranno il meglio della produzione dell’artigianato e dell’agroalimentare di qualità.
Se avete un' impresa interessate a partecipare alla manifestazione, esponendo nell’ambito dei palazzi le proprie produzioni, si può inviare la scheda di partecipazione (scaricabile dal sito internet camerale all’indirizzo http://www.or.camcom.it/) o via fax ai numeri 0783/71978 -0783/70566 entro domani 15 gennaio 2008. La partecipazione, a titolo gratuito, sarà limitata alle produzioni delle ditte artigianali e agroalimentari della provincia di Oristano in regola con il versamento del diritto annuale, selezionate in base alla data di arrivo delle domande di partecipazione, alla tipologia, qualità e rintracciabilità dei prodotti da esporre, oltre che in base alle esigenze espositive e alle precedenti adesioni a iniziative promosse dalla Camera di commercio.
Sarà consentita la vendita diretta dei prodotti, compresi quelli agroalimentari, purché in contenitori preconfezionati e senza possibilità di consumo nelle aree espositive. Le imprese che volessero avvalersi di questa opportunità dovranno garantire la propria presenza negli spazi loro assegnati da domenica 3 a martedì 5 febbraio.

Emergenza rifiuti Campania: i danni si estendono all'agroalimentare campano


Lo avevo preannunciato qualche post addietro, segnalando l'inchiesta di LA7 sui veleni nei prodotti agricoli a ridosso della guerra della spazzatura che sta interessando l'emergenza rifiuti in Campania in questi giorni. E puntuale arriva l'allarme di Coldiretti: saltano le commesse per i prodotti alimentari e piovono le disdette per gli agriturismi:. I mancati introiti arrivano a incidere fino al 30 per cento.
L'organizzazione, dice il presidente Sergio Marini, sta "valutando la possibilità di avviare una richiesta di risarcimento dei danni provocati alle imprese" e ha già raccolto centomila firme di cittadini campani per "l'avvio di un intervento di recupero ambientale immediato per salvare il territorio dall'inquinamento, prima che sia troppo tardi".
Si sta producendo, denuncia Coldiretti, un "effetto valanga sull'economia campana che fonda buona parte del suo successo sul turismo e sulla buona tavola".
I condizionamenti di natura psicologica sui comportamenti di acquisto stanno penalizzano i prodotti Made in Campania dell'agroalimentare, mentre - continua la Coldiretti - crescono i timori che senza un intervento di smaltimento adeguato dei rifiuti si possano verificare a breve fenomeni di inquinamento del territorio, nonostante l'importante assicurazione del Ministero della Salute secondo il quale “non si rilevano danni alla salute attribuibili all'attuale emergenza rifiuti in Campania”. E' necessario - sostiene la Coldiretti - rimuovere al piu' presto la spazzatura dalle strade delle città, ma anche proteggere le campagne intervenendo in modo strutturale con un piano di bonifica e riqualificazione del territorio e del paesaggio messo a rischio dalla cattiva gestione ambientale, secondo l'iniziativa promossa da venti associazioni ambientaliste, dei consumatori e della società civile con il coordinamento della Coldiretti. Occorre salvare dall'inquinamento un territorio che - continua la Coldiretti - rappresenta un valore inestimabile per l'economia, l'agricoltura, l'ambiente, la salute e la qualità della vita dei cittadini con la Campania che puo' contare su un primato di 14 prodotti a denominazione o ad indicazione di origine protetta (Dop/Igp), su 29 vini Docg, Doc e Igt, su 329 prodotti tradizionali censiti dalla Regione con 13 città del biologico, 40 del vino, 30 dell'olio e 4 del pane. Dalla mozzarella di bufala al limone di Sorrento e di Amalfi, dalla mela annurca al pomodoro San Marzano, dal vino Gragnano al Solopaca, dal Fiano di Avellino al Taurasi. Ma ci sono anche sedicimila ettari di territorio coltivati a biologico, il 25 per cento della superficie protetta da parchi e 734 agriturismi. Una mappa delle qualità agroambientali che rappresenta un valore aggiunto per lo sviluppo della Campania e che - conclude la Coldiretti - non può essere ignorata nella scelta dei siti piu' adatti allo smaltimento.

Gancia, vola in Asia l'export dello spumante italiano


Il marchio Gancia della casa vinicola Gancia di Canelli (Asti) apre un ufficio di rappresentanza a Shangai in Cina. ''L' Asia - afferma l' azienda piemontese - e' stata individuata come area prioritaria per lo sviluppo delle esportazioni. Il mercato piu' forte e' il Giappone, ma anche quello cinese sta diventando importante e per questo si e' decisa l' apertura dell' ufficio di Shanghai con personale cinese che presidia il mercato, individua opportunita', fornisce informazioni tempestive. L'obiettivo e' arrivare ad avere un distributore per ognuna delle molte linee di prodotti del gruppo''. Nel 2007 l' export Gancia e' cresciuto del 5% rispetto al 2006, rappresentando il 25% del fatturato. Oltre a Cina e Giappone stanno crescendo i mercati asiatici di Corea del Sud Taiwan, Malesia e Singapore. Bene anche l' Europa dell' Est e la Russia in particolare con vendite ''in crescita esponenziale''.

Villaggi del gusto, a Foligno da settembre una Kermesse dedicata ai primi


Segnalo davvero con piacere una Fiera, e badate bene non è la solita fiera agroalimentare un po' sagra un po' festa di paese. E' una vera fiera ben fatta e dedicata ai primi piatti: http://www.iprimiditalia.it/ si terrà a Foligno dal 25 al 28 settembre 2008 e davvero consiglio di andarci, (magari riesco a prenotare anche per me). Gli appuntamenti meritano un viaggio di almeno un giorno. Oggi, poi, spendo una parola buona per un ente come Confcommercio e per Epta Srl Provincia di Perugia, che ne è socio unico.
Intelligente l'idea di dividere per categorie le degustazioni che sono continue e che vanno dal un minimo di € 2 a € 7 per i menù selezionati, per temi gastronomici, nei 15 "Villaggi del Gusto":


Molte altre le iniziative: dalle sfilate di moda che si ispirano alla pasta, alle caricature, alla educazione alimentare dedicata ai ragazzi, ai seminari, convegni e lezioni di cucina a cura dell'Università del Gusto.

Caserta, a giugno le "Mozzarelliadi 2008" sul litorale domizio


Mi chiedevo nel post precedente come si stesse muovendo la Campania per promuovere e valorizzare il suo immenso tesoro di prodotti enogastronomici. E mentre la Lombardia con il nuovo anno sarà a fare business negli Stati Uniti, a Caserta si preparano le "Mozzarelliadi" che in concorrenza con Pechino saranno le olimpiadi della mozzarella 2008. Il progetto rientra in una più ampia strategia di marketing messa a punto dalla Regione Campania e dalla Provincia di Caserta. "Mozzarella- La Terra del Bianco" è stata ideata da: l'assessore regionale al Turismo e ai Beni culturali, Marco Di Lello, dall’assessorato alla Cultura e Marketing territoriale della Provincia di Caserta, in collaborazione con Camera di Commercio di Caserta, Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana, Confindustria, Cia, Pro loco di Baia Domizia, e i Comuni di Caserta, Sessa Aurunca e Cellole. La manifestazione si snoderà in un percorso a tappe, il cui primo appuntamento è fissato per fine marzo 2008 alla Reggia di Caserta, con l’iniziativa "I Cortili dei sapori", tra degustazioni enogastronomiche e performance artistiche. A giugno gli eventi si sposteranno sul litorale domizio, con le "Mozzarelliadi. "Con questo progetto – ha sottolineato il presidente della Provincia di Caserta De Franciscis – puntiamo a valorizzare le nostre tipicità, che rappresentano la vocazione più autentica del territorio. Lo sforzo in più che stiamo compiendo è di trasformare questo valore aggiunto in attrattore economico, incentivando il turismo enogastronomico".

Davvero non commento il progetto perchè non so se mi sembra più assurdo o folle. Di fatto, credo che a Caserta, alla sua provincia, al nostro formaggio paurosamente imitato e falsificato occorrano delle tutele e una politica di marketing più internazionale che non le spiaggie di Baia Domitia.

Il made in Italy sbarca a San Diego



Un grande business che gli americani, mai sazi di spettacolarizzazioni chiamano "Show".

Si terrà a San Diego - California- il winter Fancy Food Show dall'11 al 15 gennaio 2008 a cui prende parte anche l'Italia con il suo glorioso pedigree di prodotti enogastronomici: la collettiva italiana occupa una superficie di 2.200 mq. ed ospiterà 2.150 espositori suddivisi in sessantasei padiglioni dove saranno in mostra più di centomila prodotti tra alimentari e bevande provenienti da tutto il mondo. Le ultime edizioni del Fancy Food hanno visto la presenza di oltre 30.000 visitatori.La fiera rappresenta una tra le più efficaci modalità di accesso al mercato nord americano ed offre alle aziende nuove opportunità nell'export e nella distribuzione dei prodotti in Usa e l'occasione di consolidare la loro presenza nel settore agroalimentare del mercato americano. Per quanto mi riguarda trovo interessante un unico appuntamento fissato al 14 gennaio di pomeriggio: un seminario dedicato alle specialità lombarde. Infatti la Lombardia è la maggior esportatrice di prodotti enogastronomici negli USA (329,4 milioni di euro esportati nel settore, il 20,2% del totale nazionale), seguita dalla Toscana (268,5 milioni di euro, il 16,5%) e dal Veneto (159,2 milioni di euro, il 9,8%). E l’export italiano "a stelle strisce" in tutti i settori vale oltre 18 miliardi di euro al III trimestre 2007: il 36,5%, 6,6 miliardi, è rappresentato dai macchinari e dai materiali da trasporto. Ma quali sono le province italiane che esportano di più? In testa si posiziona Milano (che rappresenta il 13,2% del totale nazionale), seguita da Modena (5,7%), Vicenza (4,9%) e Bologna (4,5%). E La Campania? Mah.....

Calano i consumi di frutta e verdura



Aumenta la spesa e a mancare sulla tavola sono verdure e frutta. La denuncia arriva dalla Cia (confederazione italiana agricoltori) che chiarisce che la cingia si stringe avendo escluso oramai anche pane e pasta. Stando alle rilevazioni Istat, nei primi dieci mesi dell'anno la diminuzione degli acquisti sia stata dal 5,6%. Per i rappresentanti dei produttori le responsabilità sono chiare. "L'accentuato calo dei consumi - afferma la Cia - è stato causato soprattutto da rincari ingiustificati e da manovre speculative che hanno fatto impennare i prezzi dell'intero comparto ortofrutticolo. Il calo,è destinato a crescere - spiegano - negli ultimi due mesi dell'anno per le ben note vicende del fermo dell'autotrasporto che ha determinato aumenti selvaggi al consumo".
Andando più nel dettaglio, per quanto riguarda la frutta - avverte la Cia - la flessione delle vendite nei primi dieci mesi dell'anno è stata pari al 4,3% rispetto all'analogo periodo del 2006; mentre più consistente è stata la diminuzione per verdure e ortaggi, i cui acquisti sono scesi del 6,8%".
La richiesta per arginare la perdita di consumi arriva proprio dai rappresentanti degli agricoltori: la costituzione di un Tavolo permanente tra governo, rappresentanti della filiera agroalimentare, dell'Istat, dell'Unioncamere e dei consumatori. "Nello stesso tempo - spiega l'organizzazione agricola - è necessario dare il via ad Osservatori sia a livello nazionale che regionale. Occorrono, severi e continui controlli. Ed è indispensabile, inoltre, un'attenta verifica dell'origine del prodotto che deve essere chiaramente indicata nell'etichettatura. Esiste un'apposita legge che però viene completamente disattesa".

Enzo Rossi salva 150 operai dalla crisi di due aziende


E' una storia, quella che vi vado a raccontare che ci sta proprio bene a Natale. E avendo colto la filosofia del protagonista non credo che per lui il Natale c'entri granchè. Dunque Enzo Rossi, noto alle cronache un paio di mesi fa per aver aumentato il salario ai suoi dipendenti di 200 euro, prova oggi a salvare 150 operai non suoi dalla chiusura di due aziende. In grande difficoltà ci sono la Marollo e la Foodinvest (Gruppo Malavolta). Rossi intende acquisire la gestione degli stabilimenti piceni e rimetterle in sesto attraverso una cogestione insieme ai produttori agricoli che forniscono le materie prime poi trasformate dalle industrie agroalimentari ubicate nel distretto di San Benedetto del Tronto. L’operazione non e’ ancora stata definita in tutti i dettagli, ma sono alte le possiblita’ che possa andare in porto, anche per il sostegno della Provincia di Ascoli, dei sindacati e dei soggetti coinvolti nel progetto.

Enzo Rossi era giunto circa due mesi fa alla decisione di aumentare lo stipendio ai suoi dipendenti docpo che aveva testato con la propria famiglia l'impossibilità a vivere, in 4 componenti, con 1000 euro al mese. L'esperimento era terminato dopo pochi giorni in quanto il magro capitale era sfumato velocemente a causa delle bollette da pagare, della spesa per la benzina e della spesa alimentare. Rossi, dunque, prese la decisione di aumentare di 200 euro a tutti i suoi dipendenti lo stipendio per gratificarli e aiutarli. Bè mi sembra proprio un bell'esempio di "Made in Italy".