Oggi scrivere di agricoltura e di agroalimentare è scrivere del futuro. E non solo del futuro della nostra alimentazione,e dunque della nostra stessa sussistenza, ma anche del futuro della nostra energia. Delle nostre riserve energetiche, direi. Ancora una volta il nostro Pianeta ci dimostra che gli dobbiamo rispetto. Che ci dobbiamo tutti rispetto reciproco. E’ nella terra il nostro futuro. E nel suo corretto utilizzo troveremo ancora le risorse necessarie alla sopravvivenza della nostra specie. Ma questa volta ci si chiede di essere più attenti. Non sono ammessi altri “sfruttamenti” altre “intensità di colture”. La terra ci chiede che sia rispettato il territorio e che siano rispettate le specie autoctone. Che si riprendano quelle varietà di cereali, erbe,olivi,viti che nel nostro Mediterraneo costituiscono la più grande e ricca “banca dati” dell’alimentazione umana e animale e che possono ritornare ad essere il perno su cui progettare il futuro. Se senza energia si ritorna indietro nel tempo, senza cibo non si va avanti nel tempo. Certo non siamo alla carestia alimentare, ma quella che si prospetta per i prossimi venti anni è la carestia energetica. E venti anni sono uno schiocco di dita nella linea temporale della vicenda umana. E sulla base dei nuovi, o meglio riscoperti utilizzi, dell’energia bio, dalle bio masse al compst, che si giocheranno molte delle partite economico-politiche internazionali. I cerali saranno i nostri primi alleati, ma ci sarà anche da ragionare sulle priorità da dare: cerali da mangiare o cereali da bruciare? Dunque l’agricoltura giocherà un ruolo da protagonista; ruolo che negli ultimi trent’anni ha vissuto da comparsa, essendo stata considerata un po’ la sorella povera e anche un po’ bruttina dell’industria. E’ in questo scenario che nasce il blog battezzato appunto” Filoverde”, che vuole essere una sorta di linea di congiunzione tra le varie realtà che compongono il mondo agricolo e agro alimentare. Vi saranno notizie e approfondimenti per ragionare assieme se saremo capaci di seguire il “filo verde” fino all’uscita del labirinto.
0 commenti:
Posta un commento