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Zucchine e microchip, dall'internet delle cose la tracciabilità di filiera


Immaginate che dai banchi di un ipermercato, le verdure riescano a dialogare con il personale avvisandoli che è ora di metterle in firgo. No. Non è fantascienza e neanche il risultato di coltivazioni OGM. Bensì è l'applicazione dell "Internet of Things", l'internet delle cose. Se n'è discusso venerdì 11 gennaio a Lecce con la giornata dedicata a: "Internet of Things: innovazione e opportunità di sviluppo" presso la Facoltà di Ingegneria, e che ha avuto l'obiettivo di mettere a confronto ricercatori, aziende e Istituzioni sulle opportunità di sviluppo connesse alle tecnologie abilitanti Internet of Things. In ambito agroalimentare grazie all'Internet delle Cose si potrà sapere in tempo reale, dove e quando è stato effettuato il raccolto, il grado di conservazione delle merci, ed i passaggi che sono stati compiuti per arrivare dal produttore al consumatore. Si avrà così una completa tracciabilità dei prodotti, per garantire ai consumatori una maggiore trasparenza e sicurezza.
"Tra pochi anni - spiegano gli esperti del CRIT ovvero il Centro di Ricerca sulle Tecnologie abilitanti Internet of Things, - la tecnologia di identificazione a radiofrequenza, RFID, permetterà di identificare univocamente ciascun manufatto realizzato sulla Terra mediante un codice EPC (Electronic Product Code), memorizzato in una etichetta, tag". Il CRIT è coordinato dal Prof. Gianpaolo Ghiani, coadiuvato da un gruppo di docenti di diverse discipline, tra cui Mario De Blasi, Giuseppe Grassi, Giovanni Indiveri, Luca Mainetti, Giuseppe Ricci, Luciano Tarricone, ed il Direttore del Dipartimento, Lorenzo Vasanelli.
Si avrà, quindi, la possibilità di georeferenziare tutti i prodotti. E a quanto pare questo accadrà in breve tempo: quando le tag costeranno meno di cinque centesimi di dollaro, allora si prevede che questa tecnologia sarà ampiamente diffusa. E si stima che il periodo necessario sia circa dieci anni. Avere un trilione di oggetti intelligenti connessi in rete, ovviamente, porterà ad una ridefinizione globale delle reti wireless, che tenga conto delle differenti condizioni di traffico. "A differenza dei tradizionali codici a barre, la nuova tecnologia permetterà di identificare il singolo manufatto in modo automatico e senza visibilità ottica, non solo per singoli elementi, ma anche per interi lotti di prodotti - affermano dal CRIT. Alcune tag permetteranno di avere memoria degli eventi vissuti dagli oggetti o addirittura conferiranno agli oggetti una propria "intelligenza", smart things". L'Internet delle Cose migliorerà le nostre vite in molti ambiti. La possibilità di aver informazioni precise e puntuali, a basso costo e direttamente dagli oggetti sulla loro disponibilità, ubicazione e stato di conservazione permetterà di avere costantemente sotto controllo intere filiere in tempo reale. Grazie a questo scambio di informazioni "tra le cose" e "con le cose" i sistemi informativi potranno aiutarci ad effettuare scelte più appropriate in numerosi settori: nell'agro-alimentare, nei sistemi di trasporto, nell'assistenza sanitaria, nel settore aerospaziale.

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